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Come scrivere un epitaffio funebre: guida pratica

letture bibliche per funerali

La perdita di una persona cara è un avvenimento doloroso e destabilizzante. È un momento di estrema difficoltà e, nonostante si cerchi di trovare forme di evasione, i pensieri e i ricordi ritornano frequentemente e senza sosta alla persona deceduta.

La consapevolezza di dover gestire tutto ciò che riguarda la celebrazione della cerimonia funebre e il disbrigo delle pratiche funerarie può spesso trasformarsi in una paura di non riuscire a soddisfare tutte le esigenze proprie di una circostanza così dolorosa.

Una delle prime incombenze a cui far fronte è la sepoltura, che può avvenire tramite inumazione o tumulazione. Successivamente, si procede con la realizzazione dell’epitaffio, ossia l’iscrizione posta sul sepolcro del defunto che riassume la sua vita in un messaggio significativo e importante. Questo aspetto è molto importante per commemorare il defunto, mantenere vivo il suo ricordo e rappresentarlo come un testamento che rivela se stesso al mondo.

Di seguito, una breve guida con consigli utili per scrivere un epitaffio efficace.

A cosa servono gli epitaffi funebri?

Racchiudere la personalità di un individuo in poche righe non è facile, soprattutto se si tratta di un messaggio indelebile che deve rappresentare al meglio l’essenza della persona scomparsa.

La strada giusta è partire da una valutazione iniziale, annotando gli elementi chiave che hanno caratterizzato la vita del defunto. È importante essere scrupolosi in questa fase, prendendo nota delle sue migliori qualità, della sua storia, delle abilità, delle caratteristiche della sua personalità, del suo stile di vita, delle frasi che era solito dire e così via. Inoltre, è importante annotare il ruolo che la persona deceduta ha avuto in vita, come lo status di genitore, la professione svolta o eventuali meriti e riconoscimenti ricevuti.

Come scrivere un epitaffio

Dopo aver raccolto tutte le informazioni utili, bisogna concentrarsi su tre aspetti principali che possano rendere indelebile il ricordo della persona scomparsa. È necessario dedicarsi agli elementi più rappresentativi e immediatamente riconducibili alla personalità del defunto. Per trovare ispirazione, si può prendere spunto da testi sacri come la Bibbia o da libri di poesia: tutto ciò che suscita forti e intense emozioni può essere un buon punto di partenza per evocare un momento triste, commovente o divertente trascorso con la persona scomparsa.

Per scrivere un epitaffio è fondamentale prendersi il tempo necessario, ritagliandosi momenti di riflessione e serenità per analizzare al meglio tutte le componenti emerse. Una volta redatta una bozza, confrontarsi con parenti e amici del defunto può offrire spunti preziosi per raccontare e identificare meglio la vita della persona scomparsa.

Lo stile dell’epitaffio deve essere lineare e fluente, ma al tempo stesso breve, incisivo e privo di particolari esercizi di stile nella scrittura, data la limitata quantità di spazio disponibile sulla lapide cimiteriale.

Per avere una visione più distaccata, si può considerare l’ipotesi di mettere da parte l’epitaffio per qualche giorno e poi rivederlo con una mente più lucida, correggendo eventuali refusi o riformulando parole e pensieri in modo più chiaro e distaccato.