La perdita di una persona cara porta con se vuoto e dolore, ma pone una serie di incombenze relative alla sepoltura e alla futura dissepoltura. Sì, di fatto la riesumazione è un’operazione comune. Di cosa si tratta? La sepoltura sembra dare eterno riposo alla persona cara ormai passata a miglior vita, ma è facile ritrovarsi a fronteggiare la questione della dissepoltura della salma.
La maggior parte delle persone associa la riesumazione a fatti di cronaca in cui la salma viene sottoposta a esami e test specifici, eppure si tratta di un’operazione molto più comune di quanto si possa immaginare.
Cosa vuol dire riesumare un cadavere?
La riesumazione è sinonimo di dissepoltura. È il procedimento che implica il recupero del corpo del defunto dal luogo di sepoltura, l’apertura della bara e il controllo dei resti. A seconda del tipo di dissepoltura effettuata si può parlare di esumazione quando la bara si trova sottoterra ed estumulazione quando la persona scomparsa è stata tumulata in un loculo o una tomba di famiglia.
Chi può chiedere la riesumazione?
La pratica della riesumazione è molto più comune di quanto si possa pensare, visto che viene effettuata a scadenza della concessione cimiteriale allo scopo di recuperare spazio.
Quanti anni devono passare per la riesumazione? Il lasso di tempo dipende dal tipo di tumulazione, andando da 10 anni in caso di inumazione a 20 anni in caso di tumulazione. Alla scadenza, il Comune emana un avviso pubblico oppure invia un avviso in cui fornisce le informazioni riguardo la riesumazione.